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Una parolaccia e la telefonata si interrompe bruscamente? Non si può parlare di insubordinazione martedì 09.12.2014
Il Tribunale Militare di Verona assolveva l'imputato dal contestato reato di insubordinazione con ingiuria aggravata in quanto avrebbe indirizzato al superiore un epiteto ingiurioso subito prima di interrompere bruscamente la conversazione telefonica. Dall'istruttoria dibattimentale era infatti emerso che l'imputato sin dal primo momento aveva riferito che la telefonata si era interrotta improvvisamente e quindi senza saluti a causa dello scaricarsi della batteria del cellulare. Il Tribunale Militare riteneva quindi che l'imprecazione "vai a quel paese", oggetto della denuncia da parte del superiore - persona offesa e poi di testimonianza da parte dello stesso nel processo, fosse da ricondursi verosimilmente ad un'imprecazione dell'imputato per lo scaricarsi della batteria, piuttosto che ad una reazione ingiuriosa contro il superiore. In ogni caso, riteneva il Tribunale Militare di Verona che non fosse in alcun modo superabile il dubbio che i fatti fossero andati nel modo descritto ma che, invece, il "vai a quel paese" fosse consapevolmente e volontariamente indirizzato all'interlocutore, superiore in grado, in mancanza di elementi ulteriori che potessero far ritenere verosimile una tale reazione dell'imputato.
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